16 aprile, 2024

L’addio di Amadeus e la telefonata di Giorgia Meloni alla Rai su Fiorello

 L'addio di Amadeus e la telefonata di Giorgia Meloni alla Rai su Fiorello - Open

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Una telefonata da Palazzo Chigi dopo l’addio di Amadeus. Con protagonisti la premier Giorgia Meloni e l’attuale direttore generale Giampaolo Rossi. E un argomento: Fiorello. Lui è l’ultima trincea di viale Mazzini. Anche se ha detto che con Amedeo Sebastiani non fanno mica tutto insieme. E che Discovery non si può permettere anche lui. Ricordando alla fine di essere libero, nel senso che «non ho mai fatto contratti con Mediaset, Sky… solo a progetto. Io posso decidere sempre». Ma per la presidente del Consiglio Fiorello sembra davvero l’ultima linea del Piave. E non perché da giovane Giorgia fu la tata della figlia Olivia. Anche se, avrebbe detto, forse questa antica frequentazione può far sì che possa intervenire in prima persona. Magari parlandoci lei.

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Io difficilmente ho visto un programma condotto da Amedeus, fermo restando che mi era simpatico se era intervistato.

Si dice che la Meloni era la bebysitter del figlio/a di Fiorello ............ se è vero tutto si capisce la telefonata della Meloni.

Io al posto di Fiorello lascerei la Rai.

Non molto tempo fa Amedeus ha condotto l'ultimo Sanremo  gli sono stati vietati tante e tante cose .......ecco il vero motivo, la mancata libertà promessa .........non si può condurre un programma per vietare questo e quello, così come non è giusto quello che è successo ai giornalisti di STAMPA LIBERA .........4 anni di carcere è multe salatissime.

MI rivolgo a chi ha votato queste persone .................. siete contenti? mi raccomando dite ai vostri figli di non fare mai ne il presentatore ne il giornalista di STAMPA LIBERA.


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11 aprile, 2024

Diffamazione, carcere per i cronisti fino a 4 anni e mezzo

 https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/04/11/diffamazione-carcere-per-i-cronisti-fino-a-4-anni-e-mezzo_653c7463-810e-4d34-9a49-48d0e0115085.html
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l giornalista rischia il carcere fino a 4 anni e mezzo.

E' l'effetto di uno degli emendamenti presentati dal relatore Gianni Berrino al ddl sulla diffamazione. Si introduce di fatto un nuovo articolo: il 13-bis alla legge sulla stampa. "Chiunque, con condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all' altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa" fatti "che sa essere anche in parte falsi" è punito con il carcere da 1 a 3 anni e con la multa da 50mila a 120mila euro. Se si sa che l'offeso è innocente la pena aumenta da un terzo alla metà, cioè fino a 4 anni e mezzo di carcere.

L'art. 13 della legge sulla stampa (la n. 47 del 1948) era stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (con la sentenza n.150 del 2021) proprio perché prevedeva pene detentive, in contrasto con la giurisprudenza della CEDU che nel caso Sallusti ha condannato l'Italia perché per Sallusti era stata prevista una pena detentiva (peraltro poi commutata dall'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano).


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15 febbraio, 2024

VIETARE IL LIBRO DI AMATO E STASIO È UN ATTACCO ALLA COSTITUZIONE

 

https://www.libertaegiustizia.it/2024/02/08/padoan-vietare-il-libro-di-amato-e-stasio-e-un-attacco-alla-costituzione/
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“Questa mattina non siamo riusciti a ringraziare i detenuti del carcere di San Vittore e per questo svolgerò adesso l’intervento che avrei fatto di fronte a loro, come testimonianza di un sentire che non è stato possibile esprimere per ragioni più o meno ufficiali”, ha detto Donatella Stasio, giornalista e già responsabile della comunicazione della Corte costituzionale, parlando nella sala della biblioteca del Palazzo di Giustizia di Milano, dove nel pomeriggio di ieri si è svolta la presentazione del libro Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società, scritto con l’ex presidente del Consiglio e presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Amato. Avrebbe dovuto essere la seconda presentazione della giornata. “Avrei detto che il carcere non è altro da noi, nonostante il muro di cinta. Avrei detto che intendiamo proseguire con i detenuti il lavoro di cultura costituzionale e di alfabetizzazione che è fondamentale per sentirci davvero parte della medesima comunità”.
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Questa non la sapevo.

Ed è solo vergognoso da parte di questo governo.

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