17 maggio, 2024

Dritto e Rovescio, “gravissimo reato”. Del Debbio e la fucilata all'Islam

Dritto e Rovescio, “gravissimo reato”. Del Debbio e la fucilata all'Islam – Il Tempo
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Modestia, devozione, obbedienza, disponibilità sessuale. Sono questi gli obblighi per le donne islamiche riferiti dal Corano ed esposti durante la puntata del 16 maggio di Dritto e Rovescio in una grafica in sovrimpressione. Ad aprire l’argomento è il padrone di casa, Paolo Del Debbio, che da subito detta la linea del dibattito, facendo capire che in Italia non c’è spazio per questo tipo di obblighi che si vanno ad imporre alle donne: “Quando una persona costringe l'altra non si chiama fare all'amore si chiama in un altro modo. Si chiama in modi brutti, si chiama stupro, si chiama violenza sessuale, si chiama così. Siamo chiari almeno su questo, non è lecito in questo Paese, se uno vuole rispettare la legge di questo Paese, che prevale sulla legge islamica, come deve essere dappertutto, non può agire in questo modo, perché commette un gravissimo reato. Lo dico all’inizio, giusto per essere chiari, perché certe cose nel 2024 non si possono sentire”. Dopo le parole di Del Debbio prende il via il dibattito, con una domanda chiara: la cultura islamica andrebbe contenuta viste le discriminazioni sulle donne?

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Condivido non solo questo discorso, ma anche dell'altro.
Io sono per l'ospitalitĂ  di queste persone che arrivano qui per migliorare la loro vita in questa splendida nazione con una democrazia che va rispettata da tutti.
Queste loro abitudini o riti del loro paese vanno lasciate ed abbracciare dove devidono di migliorare la loro vita da persone libere è non sotto dittatura.

Invece ci sono gruppi che non intendono abbandonare le loro usanze ed in piĂą a modo loro di farci sentire in colpa che imponiamo determinate regole che nel loro paese non esistono.

Lo stesso vale per il crocefisso nelle aule non solo delle scuole

Poi non dimentico che se un giornalista donna è invita in uno di questi paesi, la vediamo con il velo in testa, che le è imposto se vuole stare in quel paese a svolgere il suo lavoro.

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