Partiti e mai più ritornati: in dieci anni l'Italia ha perso 87mila cervelli (avvenire.it)
Sono 132mila i cervelli in fuga dall’Italia registrati nell’ultimo decennio. Il dato emerge dal rapporto Istat presentato a “Statistica senza frontiere”, evento organizzato a Treviso e dedicato agli appassionati di numeri legati ai fenomeni del mondo. Secondo il rapporto, dei 132mila giovani laureati italiani, tra i 25 e i 34 anni, emigrati tra il 2013 e il 2022, solo 45mila sono rientrati nel nostro Paese. Questo ha portato a una perdita netta di oltre 87mila giovani risorse qualificate, l'equivalente della popolazione di una città, per l’appunto, come Treviso.
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Sono 87mila che non voglioni stare con le mani nelle mani, dunque concretizzano gli studi fatti con sacrificio da ambo i lati chi studia e chi da la possibilità a studiare i propi figli, che oggi sono lontano.
Dunque bisognerebbe domandare a quei 45mila se sono contenti e che hanno approfondito la materia studiata, con tutte le gratificazione del caso.
E ovvio che lasciare l'Italia dispiace sempre, ma c'è da dire che una volta ambientati è gratificati, ricorderanno l'Italia come paese per le ferie ed un breve rimpatrio con gli amici che restano e che invidieranno le loro collocazioni lavorative ben renumeratem rispetto a chi resta che rimane un saltuario del lavoro.
Un antico detto dice: C'è casa dove posso mangiare è divertirmi con la mia famiglia con figli è parlare e raccontare della bella Italia ......... forse solo per le ferie.