29 maggio, 2023

Sostenibilità

 Negli ultimi decenni il vocabolo “sostenibilità” è sempre più

ricorrente. Il vocabolo affonda le proprie radici semantiche nel primigenio significato di “sorreggere” (dal latino habere esustinere) nel senso di abilità di sostenere, di essere cioè in grado di sopportare sia cambiamenti di stato emotivo che di status economico

“Sostenibilità” evoca la presenza di differenti posizioni che in un rapporto devono tutte trarre soddisfazione, ciascuna contemperando la propria pretesa con quelle degli altri. Il vocabolo richiama il “senso del limite”2 che, inevitabilmente, suggerisce un bilanciamento degli interessi e sottintende un “principio di responsabilità”. Ciascuno è responsabile del soddisfacimento dell’altro. Questa lettura trova un aggancio nella definizione disostenibilità coniata nel Rapporto della Commissione Brundtland (1987)3 come “una strategia di sviluppo sociale che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” Il tema della sostenibilità nasce con l’affermarsi delle tematiche ambientali ma successivamente si evolve verso altre problematiche5 diventando un quadro concettuale normativo olistico marcato da spiccata impronta sociale. Dall'originario focus, secondo una visione integrata, la sostenibilità vede adesso una convergenza tra i tre pilastri dello: sviluppo economico, equità sociale e protezione ambientale6. Ciò ha provocato un ampliamento anche degli ambiti di studio. Dopo le scienze naturali, le scienze sociali e l’economia, è stato attratto anche il diritto. Il termine “sostenibilità”, infatti, è ormai ampiamente utilizzato anche dai giuristi7 in particolare, nelle riflessioni sull’impresa e sulla sua gestione8; è entrato nella produzione legislativa e inizia a comparire nelle decisioni giurisprudenziali. Il diritto dell’impresa, il diritto societario e, infine, il diritto della crisi si confrontano – sotto diversi profili – con questo parametro della sostenibilità

Ciò è comprensibile, dal momento che il lemma “sostenibilità” è correlato a un divenire10 e rinvia a “qualcosa” che può essere mantenuto o continuato nel tempo e nello spazio e, quindi, rivela la capacità di proiettarsi nel futuro per un equilibrio che un determinato processo assicura al prodotto. Con ciò - menzionato ogni elemento che si rintraccia nell’impresa o che dovrebbe (auspicabilmente) contrassegnarla - diviene chiaro perché ultimamente la declinazione del tema abbia trovato nell’attività economica un punto di riferimento con valenza giuridica, economica, sociale e, infine, politica. Vale la pena sottolineare che quando si parla di impresa (e poi di società) il termine sostenibilità si declina in due diverse accezioni.

“Per un verso, con tale termine si allude alla sostenibilità della impresa nel tempo: alla possibilità, quindi, che essa conservi l’equilibrio finanziario su di un orizzonte temporale (sufficientemente) lungo. È a questa sostenibilità che ci si riferisce quando si parla di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico. In questa accezione la sostenibilità è vista nella prospettiva interna dell’impresa e in questo senso ha un significato assai vicino, se non coincidente, con quello distabilità”11. In questo senso sostenibilità si identifica con la continuità
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Questo termine usato nel clima più altri discorsi ....... compresi la giurispudenza.

Ed è un termine che è usato impropiamente anche in altri lidi ....... sostanzialmente è diventata una moda del termine sostenibilità che ha un grande significato.



3 commenti:

  1. Lo sviluppo sostenibile.
    Produrre di meno. produrre meglio.

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  2. Ed il punto è propio questo Gus invece di fare al contrario.

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  3. Paola D
    Esatto. Dunque la sostenbilità non esiste

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