05 aprile, 2024

L'età discrimina, 4 anziani su dieci esclusi dalle cure migliori

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Ben 4 anziani su 10 vengono esclusi per l'età dalle cure migliori.

E lo stigma accorcia anche la vita: il rischio di mortalità è fino a 4 volte più alto. Nasce per questo la Carta di Firenze, il primo manifesto mondiale contro l'ageismo sanitario con 12 azioni contro pregiudizi e stereotipi legati all'età nell'assistenza sanitaria.
Dopo l'appello degli scienziati italiani per la crisi del servizio sanitario pubblico sottofinanziato, i geriatri italiani lanciano l'allarme sui bisogni di salute, soprattutto dei grandi anziani, su cui l'Ssn non investe abbastanza risorse. Sono considerati "troppo vecchi e costosi" per ricevere le cure più avanzate, da cui trarrebbero i maggiori benefici, e per essere inclusi negli studi clinici per la sperimentazione di farmaci di cui sono i primi a fare uso. E la stessa persona anziana rinuncia all'aderenza alle terapie, a screening e comportamenti preventivi, con gravi effetti sulla salute.
In Italia i dati dei registri nazionali dicono che fino al 40% degli over 85 con problemi di cuore, è sotto-trattato. Con l'aumentare dell'età le prescrizioni farmacologiche e i regolari controlli raccomandati dalle linee guida si riducono fino a dimezzarsi negli over-85, in cui si registra un sostanziale sotto-trattamento fino al 40% dei casi.
In questo contesto nasce la Carta di Firenze, il primo manifesto mondiale contro l'ageismo sanitario che sarà presentato al congresso 'Anti-ageism Alliance. A Global Geriatric Task Force for older adults' care', organizzato dalla Fondazione Menarini con il patrocinio della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), che vede riuniti a Firenze i presidenti delle maggiori società geriatriche del mondo, con esponenti dell'Oms e delle Nazioni Unite, eticisti e associazioni di pazienti.
Il documento coordinato da Andrea Ungar, ordinario di Geriatria all'Università di Firenze, presidente del congresso e della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, e dal professore Luigi Ferrucci, direttore Scientifico del National Institute on Aging di Baltimora, è stato messo a punto da un panel internazionale. Il manifesto appena pubblicato sull'European Geriatric Medicine e sul The Journal of Gerontology, punta su 12 azioni concrete per ridurre al minimo l'impatto negativo dell'ageismo nell'assistenza sanitaria. Le azioni per invertire la rotta puntano alla formazione: l'invecchiamento deve diventare parte integrante del percorso formativo del personale sanitario e degli assistenti sociali.
Serve poi dare priorità agli anziani nei pronto soccorso che rappresentano un fattore di rischio per via dei lunghi tempi di attesa e si denuncia una presa in carico non adeguata, che può contribuire al declino cognitivo e al peggioramento delle condizioni fisiche.
Il medico deve anche cercare una maggiore condivisione del percorso di cura con il paziente e con i suoi caregiver ed è altrettanto necessario riprogettare gli ambienti ospedalieri per renderli più age-friendly, riducendo l'isolamento e l'immobilismo. 

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Ironicamente nel periodo del Covid19 ho menzionato che si andava a tralasciare le cure per gli anziani troppo avanti con l'età.

Cmq più che ingiusto fare queste valutazioni, dopo tutto è la scienza che deve supportare a continuare le cure anche se centennali.